Spume volanti in passeggiate oceaniche

Tags: , , ,

 Considero le spiagge dell’Oregon d’una maestosità rapace, che afferra e porta davvero lontano qualsiasi pensiero tu voglia trattenere. La mente butta giù le sue zavorre, mentre il vento ti sferza la faccia e la coscienza. Ed è su quei litorali  che si addensano a riva. Sembrano chiare d’uovo montate a neve. Sembrano batuffoli. Sono le spume dell’Oceano Pacifico, spume naturali rilasciate al largo dalle alghe e ricche di proteine. Pullulano e hanno sempre pullulato lungo i litorali selvaggi dell’Oregon e della California settentrionale (nulla a che vedere con le schiume provocate dall’inquinamento).

L’aria solleva questi soffici agglomerati e dà loro forme continuamente nuove, li respinge in mare, li incolla alla battigia, li soffia verso la parte più interna della spiaggia. Sulla riva le spume galleggiano, si sciolgono, si incollano, si ricompongono, e assorbono come spugne la luce del tramonto. Si rincorrono, fra piccoli uccelli che saltellano velocissimi. Un moto imponderabile e inaspettato.

Camminare su spiagge sconfinate è una delle attività all’aperto che preferisco, seconda solo al nuoto. In molti anni ho percorso centinaia e centinaia di chilometri a piedi, in paesi e regioni in cui queste spiagge vaste esistono e non conoscono stabilimenti. Spiagge libere per il corpo e la mente. In Marocco, Stati Uniti, Inghilterra, Scozia, Danimarca, Grecia, Andalusia. Anche in Sardegna, Corsica, Sicilia, fuori stagione o nei lidi poveri di strutture. E in tanti altri luoghi ho fatto lunghe passeggiate marine. È un modo fantastico per apprezzare la luce del giorno, rinfrescare la consapevolezza che siam qui per caso, per amore o per fatalità, accarezzati e abbandonati dalla natura. Indifferente a noi e magnifica. Come una spuma che vola.


 

Qualcosa di hippy, Bolinas e Nina Simone

Tags: , , , ,

bolinas

Bolinas (California),  video-ricordo

Certe nevrosi armate tengono in ostaggio i pensieri, e la mia allenata razionalità a volte molla. Mi capita così di emigrare volentieri nel ricordo di questo luogo che registrai nel video a bassa qualità che vedete qui. Un minuscolo insediamento sul Pacifico, venti miglia a nord di San Francisco. Ci ho soggiornato molti anni fa. Un’enclave dal candore artistoide che si chiama Bolinas. Ex hippies ed hippies vecchi e nuovi, agricoltori, artisti, ecologisti, surfisti, pescatori vivevano un loro sogno di esistenza e di pensiero in una riservatezza autentica. Gli sporadici visitatori del fine settimana piantavano la tenda sulla spiaggia, leggevano, andavano in canoa, surfavano onde modeste senza quella necessità tutta attuale di avere un pubblico esaltato…

Bolinas ha ben due acque: la laguna a ridosso del villaggio popolata di foche, e la spiaggia sull’oceano. C’era poi questo book exchange, libri usati a offerta libera, la porta sempre aperta. Entravi, prendevi un libro, depositavi i soldi (il prezzo suggerito variava da un dollaro a venti dollari a seconda del valore che tu davi al contenuto del libro – non al suo stato materiale), potevi andartene o restare lì a leggere. Il cosiddetto honor system, lì come altrove funziona. Al piano superiore tute da surf appese a sgocciolare.

La cultura locale trasmetteva salsedine. Nessuno cercava di convincerti della bontà delle proprie scelte, anche perché le vedevi, le leggevi, le ascoltavi le scelte, a volte eccessivamente nostalgiche e naïf, ma sempre appassionate. Nei dipinti sulle case, nei murales, nelle chiacchiere che ti capitava di fare e ascoltare. La sera si mangiava pesce in un vecchio locale con le tavole da surf appese al soffitto, e la musica degli (giuro) Eagles di sottofondo. Turisti zero. Era (e spero lo sia ancora) un posto fuori dal tempo e presto o tardi finirà in uno dei miei prossimi racconti o nel nuovo romanzo che sto scrivendo. Ma se qualcuno avesse la curiosità di sapere a cosa diavolo mi sono vagamente ispirata per il retro della libreria di Kieran McHamilton ne “La libreria dei naufraghi” in questo video lo scoprirà. Mentre ascolta la voce di Nina Simone cantare in sottofondo “Buck” e “Since I Fell for you”.