Che forte questo rebus!

Stanza02

Fotografia immersiva di Alessandro Ugazio

 

Il panorama era stata una creazione moderna. Senza dubbio. I turisti arrivarono anche quel giorno al forte, avvolti da chiacchiere entusiaste, fatte di sole sulla pelle, di scenari da postare sui social prima di averli compresi, di indici interrogativi che puntavano le cose in lontananza, di battibecchi sulla toponomastica, di sorsate dai thermos.

Ginevra, dalla stanza, osservava il via vai sul camminamento lungo il bastione. Le ombre delle aste per i selfie le parevano meridiane mobili. Tante persone immortalavano con il telefono, più che il panorama, se stesse. Per non dimenticarsi più.

All’ora del pranzo il forte si svuotò. Ginevra si mise al centro della stanza e osservò le pareti girando lentamente su se stessa. Ora le aperture erano cornici. Di una collina, di un isolotto, di un faro e alberi, di una scala. Le sembrava di essere finita dentro il disegno di un rebus. Mancavano solo lettere e numeri per comporre una frase.

E quel cestino dei rifiuti che cercava di nascondersi nello spazio, nelle epoche, nei colori?

Ginevra sapeva che i modi di vedere le cose sul pianeta erano infiniti, eppure la sua epoca li aveva resi quasi indistinguibili a volte l’uno dall’altro. Ripensò al rebus, le venne allora l’idea di una foto panoramica, quei tanti scatti poi ricomposti al computer in un’unica immagine di nuova prospettiva. Montò il cavalletto e scattò.

Ora c’era una parete sola. Vi erano appesi quadri e nuvole. I raggi di sole sul pavimento erano diventati virgolette di luce che contenevano un inciso. Tra la storia, lo scoglio e il cestino della memoria rifiutata.


 

Copyright © 2018, Silvia Dacomo
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